Nell’ indifferenza generale domenica 12 giugno si svolgeranno i Referendum con cinque quesiti sulla giustizia. Sono voluti dalle destre razziste e forcaiole, che per l’occasione si mostrano con il proprio volto “garantista”. Sono le destre maschiliste, omofobe e razziste con alla testa la Lega Nord; sono le stesse che hanno approvato leggi discriminatorie in particolare contro gli immigrati. Oggi, con questi referendum, nei quali danno indicazione di votare sì, ribadiscono la propria preoccupazione nel garantire gli interessi di ricchi e potenti e i loro sporchi affari senza tanti intralci. D’altro canto è giusto sottolineare che queste leggi, così come sono attualmente, di certo non rispondono a un vero criterio di ricerca di giustizia umana. Ricordiamolo, stiamo parlando del paese delle stragi impunite, della corruzione, dei femminicidi…
Questi referendum sono espressione di uno scontro interno ai poteri, tra politica e magistratura, tra “garantisti” e “giustizialisti” (intercambiabili negli schieramenti politici).
Il si sul quesito sulla custodia cautelare potrebbe ulteriormente facilitare la possibilità per stupratori e potenziali assassini di girare a piede libero, d’altra parte la legge attuale ha finora significato incarcerare ingiustamente persone innocenti: all’interno della logica della loro giustizia non se ne esce!
Il sì a quello sulla separazione delle carriere fa presupporre un maggior controllo diretto della politica sui magistrati, ma di certo la situazione attuale non è migliore.
Per quanto riguarda il quesito sulla incandidabilità alle cariche pubbliche da parte di chi ha avuto problemi con la giustizia, appare chiara l’intenzione di voler dare definitivamente il via libera ai tanti politici corrotti.
È evidente che si tratti di uno scontro interno, una vera e propria faida, tra poteri. Teniamocene fuori e ribadiamo la nostra estraneità a queste logiche politiche per lo più contrapposte alle vere esigenze della gente comune. Disertiamo le urne!