L’ipocrita macchina propagandistica dell’occidente democratico decadente ci attacca accusandoci di equidistanza perché siamo sia contro Putin che contro la Nato. Proprio loro che hanno chiuso gli occhi di fronte ai massacri russi in Siria in sostegno al criminale dittatore Assad e che fino a ieri hanno fatto affari con il nuovo zar, incluso vendendo armi. Parlano di pace e intanto incitano all’invio di armi da parte dell’Europa e quindi all’allargamento del conflitto con le prevedibili conseguenze devastanti per tutte le popolazioni.
Noi non siamo equidistanti! Siamo schierati a fianco del popolo ucraino contro la guerra per la pace e quindi contro la criminale invasione delle truppe russe, contro la Nato e contro la retorica nazionalista e bellicista di Zelensky, lo stesso che tollera e integra nell’esercito le bande naziste della brigata Azov. Noi non siamo equidistanti! Perché da sempre siamo schierati con i popoli per la vita e l’autodeterminazione contro gli Stati, perché tutti, nessuno escluso, si fondano sulla guerra. Per noi non c’è un segno di uguale tra i popoli e gli Stati. Al tempo stesso rifiutiamo la logica bellica – che implica lo schierarsi con uno dei contendenti – di cui sono imbevuti tanti settori di una sinistra disastrata che anche per questo sta scomparendo: ci sono i “rossobruni” che stanno con Putin e c’è chi sta con la Nato.
Noi siamo con milioni di persone in fuga dalla guerra, non solo da quella in corso in Ucraina. Ovunque nel mondo i profughi sono in maggioranza donne e bimbi. In Ucraina, come in ogni luogo del pianeta, sono soprattutto le donne che si occupano di salvare e difendere la vita. In ogni guerra, presente e passata, quella del genere femminile è una coraggiosa e indomita resistenza. In qualche modo anche in Ucraina cercano di sottrarsi allo scontro bellico in atto ed è un’espressione dell’estraneità del genere femminile alla guerra. Gli Stati europei, responsabili dei respingimenti e delle morti in mare, oggi fanno a gara nel mostrare un’ipocrita accoglienza. Gli stessi che dicono di voler accogliere costruiscono alte barriere di filo spinato come in Polonia. Non c’è da fidarsi! Lo stanno sperimentando drammaticamente le persone oggi a Calais che sono respinte dalla Gran Bretagna o tutti coloro che non sono “bianchi” e di nazionalità ucraina. Siamo da sempre e con coerenza contro tutte le logiche di esclusione – che purtroppo conosciamo bene – proprie degli Stati e ci battiamo oggi come ieri per l’accoglienza incondizionata di tutti i profughi che fuggono dai conflitti qualunque sia la loro etnia e nazionalità e per tutte le persone immigrate alla ricerca di una vita migliore.
2022-03-22