Da tempo è iniziato il toto-presidente della Repubblica con trattative, scontri, candidature. Secondo i loro dettami il capo dello Stato deve essere una figura di grande levatura morale. Ecco allora spuntare un nome nuovo: Silvio Berlusconi è per ora il candidato ufficiale delle destre. Ebbene sì, l’intramontabile cavaliere in effetti ha un curriculum perfetto per essere presidente di questa Repubblica: condannato per frode fiscale, ha usufruito di otto prescrizioni e sono aperte ancora indagini su di lui come quella per la strage dei Georgofili a Firenze. Insomma quale candidato più ideale e rappresentativo per essere il presidente delle Repubblica della corruzione e delle stragi impunite? E poi Silvio il “puttaniere” ne può ben rappresentare il carattere maschilista e patriarcale, tratto unificante di tutta la politica.
Berlusca difficilmente sarà presidente, ma il fatto stesso che si possa presentare come candidato la dice lunga sull’immoralità di tutta la politica. Un personaggio di tal fatta è candidabile, tant’è che a cominciare dal Pd agli altri partiti non hanno minimamente contestato la candidatura per ragioni morali, ma solo perché è un candidato “divisivo” e di “parte”. Il livello è sempre più basso…