La cura è un lavoro da difendere
Tante operatrici e tanti operatori sociali il 13 novembre hanno scelto di aderire allo sciopero indetto dalla Rete Ios (Intersindacale operatori sociali) che raccoglie alcuni sindacati di base e realtà autoconvocate.
È stata una giornata importante con presidi in molte città, verso il proseguimento e il rafforzamento di quella che può diventare una lotta interessante e coinvolgente, dal basso e unitaria.
La nostra è una professione complessa ed entusiasmante: si svolge nelle scuole, nei nidi, nelle Rsa, nelle comunità, con le persone immigrate. Mettiamo la nostra umanità, la nostra vocazione, la nostra sensibilità, la nostra professionalità e le nostre competenze a disposizione nell’essere compagni di viaggio di persone con bisogni speciali: questo si concretizza, in diretta, in relazioni educative e di cura che non vogliamo svilire e che non possiamo permetterci di improvvisare e nemmeno di sacrificare oberati come siamo da appalti al ribasso, part time ciclici, doppie timbrature, quadri orari assurdi, conteggi delle ore, notti lavorate e retribuite a forfait, incertezza del reddito…
Perciò abbiamo scioperato: perché la cura e l’assistenza delle persone fragili merita più dignità e tempo riconosciuto per il pensiero, merita formazione e progettazione, e innanzitutto merita salari dignitosi e maggiori diritti. Tutte cose oggi colpevolmente ignorate da Stato e padroni a danno di chi cura e di chi necessita di assistenza.