C’è un progetto di autostrada (la “Pacifico-Orinoco”) che dovrebbe unire il paese da una parte all’altra; la sua costruzione, però, danneggerebbe numerose lagune nelle paludi della valle del Cauca, come denuncia il popolo indigeno Nasa che lì vive. Oltre al significato spirituale che per queste comunità rivestono, le lagune contribuiscono a regolare il flusso idrico e a ridurre i gas serra. Le aspirazioni dei Nasa (di tutelare questo delicato equilibrio, ndt) si scontrano con l’opposizione non solo delle industrie investitrici e del governo dell’oppressore Iván Duque, ma anche dei narcos. Infatti la valle del Cauca è una zona strategica per il narcotraffico perché, oltre ad essere una regione di coltivazione e produzione della coca, il suo controllo garantisce uno sbocco sull’Oceano Pacifico. È perciò che le bande armate minacciano i Nasa, considerati un ostacolo “allo sviluppo di cui il Paese ha bisogno”. Non scherzano: ogni anno in Colombia decine di ecologisti, di attivisti ambientali e di lider indigeni vengono assassinati.
Le minacce, gli omicidi, gli scontri tra gruppi armati in lotta per il controllo del territorio sono le principali cause delle migrazioni forzate nel paese. Quello dell’autostrada è un buon esempio della convergenza di interessi tra governo, industrie e narcos in ragione di un “progresso” che accresce i loro affari colpendo la natura prima e le comunità che lì vivono. I Nasa si difendono continuando ad alzare la loro voce con coraggio e dignità.