Riaperture, speranze, riprese, inquietudini, ripensamenti. Sollievo, voglia di ricominciare, ma non è “andato tutto bene” e neppure sappiamo se sta finendo davvero.
Papa Francesco dice che cambieremo in meglio o in peggio: ha ragione. Come saremo rincontrandoci? Più solidali o più egoisti? Più accoglienti o più respingenti? Più empatici o più indifferenti? Più attenti o più distratti? Più caldi o più freddi? Più interi o più numerici? Più sapienti o più ignoranti? Più coscienti o più incoscienti? Più soggetti protagonisti assieme o più oggetti abbandonati a se stessi? Più umani o più disumani? Dipende: non dal destino e neppure dal contesto ma dalle scelte che faremo. Perché volendo è tempo di riprogettare le nostre vite sentendo il bene che rappresentano senza nascondersi il male che ci circonda.
Forse nell’emergenza ci siamo accorti che la normalità non esiste o se preferite è questa: crisi, incertezza, confusione. In pochi pretendono di governare tutti e tutto con le armi, il denaro, le macchine, l’istruzione coatta, il machismo istituzionale. Questi potenti non riconoscono e violentano la natura in generale e quella umana, femminile, infantile in particolare. Per loro persino le malattie sono un’occasione di lucro. Da millenni è così: cambiano le forme di questa immane prepotenza ma i contenuti sono simili, anzi sempre più dannosi. Declinano potenti e padroni, dimentichi persino del loro passato, ma ciò li rende ancora più avidi ed aridi, ciechi ed incolti, cattivi e pericolosi.
Tutto questo non cambierà all’improvviso dall’alto: come insegna il secolo scorso certi miracoli promessi si rivelano maledizioni catastrofiche. Si può provare a cambiare giorno dopo giorno, cominciando da noi, da te e da me, da lei e da lui. Conoscendoci e collaborando, confrontandoci e cooperando, dialogando ed impegnandoci. Essendo, pensando, agendo in relazione ed assieme. Il mondo è fatto di mondi e modi diversi, le maggioranze momentanee sono composte da minoranze varie. L’incubo totalitario di chi comanda vuole imporre la logica della moltitudine anonima ed estranea svilendo ed annichilendo il raggrupparsi umano tra prossimi e simili. Il globalismo coatto, alienante e nihilista, può solo imprigionare e costringere, non può liberare né costruire perché è contro natura. Invece per nostra natura speciale siamo individui irriducibili nella propria coscienza, capaci di rapportarsi l’una all’altro, di ritrovarsi tra donne e uomini liberi nella ricerca degli interessi e del bene comune senza oppressi ed oppressori. È nelle nostre possibilità riunirci tra vicini e conoscenti, comprensivi ed includenti, amici ed amanti, coscienti e colti. È credibile ed immensamente preferibile essere comunanze di persone non bande di alieni, non masse anonime ed acefale, non greggi di estranei e nemici.
Possiamo, ma non ce lo regala nessuno. Bisogna sceglierlo, impegnarsi ed imparare. La globalità incompleta, l’interezza imperfetta sta in noi, possiamo fondarla, nessuno può imporcela né regalarcela. Ci sono già minoranze come la nostra che possono trovarsi, parlarsi ed ascoltarsi, concordare ed interagire valorizzando gli accordi e rispettando le differenze. Siamo minoranze diversamente organizzate che possono intrecciare idee ed esperienze disegnando orizzonti unitari, mentre ciascuna porta avanti il proprio progetto come noi de La Comune. Abbiamo iniziato questa ricerca di convergenza ma fatichiamo ad essere più convinti e coerenti; eppure ci sembra ancor più urgente considerando l’irrazionalità della decadenza attuale.
Decadenza che travolge, dappertutto in Europa, le sinistre politiche tradizionali, incatenate come sono ad una logica statalista impastata di prepotenza padronale ed impotenza culturale. Ne approfittano le destre, vecchie e nuove, che crescono facendo leva sugli istinti peggiori e sfruttando le perfide ombre illusorie del tramonto della loro civiltà. Motivi in più per essere, pensare ed agire in funzione di un futuro diverso che comincia subito sottraendosi alla disumanizzazione.
Dietro la porta schiusa c’è la luce dell’emergere umano: seguiamola e riapriamo ad una vita assieme, migliore, degna di essere vissuta con impegno e valori, con coscienza e cultura, con sentimento e ragione.
9 maggio 2021
2021-05-19