“Non venite negli Stati Uniti, noi continueremo ad applicare le nostre leggi e a difendere i nostri confini. Se venite sarete respinti. Voglio essere chiara con chi sta pensando di intraprendere quel pericoloso viaggio verso la frontiera”. Queste le parole della vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, che ha poi cercato senza successo di ammorbidire la sua brutale chiarezza parlando di futuri aiuti economici ai paesi dell’America centrale. Dunque su questo terreno l’avvicendamento alla Casa Bianca produce cambiamenti minimi, perfino di stile.
Ma milioni di persone dal Guatemala e dall’Honduras da El Salvador e dal Nicaragua camminano verso nord in cerca di un futuro migliore, fuggendo alla morsa della povertà e della violenza seminate a piene mani da dittatori e gang criminali proliferate nei decenni con l’aiuto, spesso diretto, degli Stati uniti; nel solo mese di aprile sono arrivate al confine meridionale oltre 178 mila persone. Né le minacce di Trump né le promesse di Biden o la cattiva coscienza della sua vice – discendente di immigrati – possono fermarli.