Xiaobo Huang vive a Firenze. È il padre di Francesco, un ragazzo affetto da autismo. È stato oggetto di un grave atto di discriminazione e razzismo del quale ci ha lasciato una testimonianza molto significativa.
Cosa è accaduto il 30 marzo ?
Vado spesso a fare la spesa alla Coop di Sesto Fiorentino e mentre sono a fare la spesa alimentare, Francesco va al reparto giochi per scegliere una scatola di costruzioni, poi mi raggiunge ed andiamo insieme alla cassa.
Quel giorno, mentre mi avvicinavo alla cassa, mi sono girato un attimo e non l’ho ho più visto. Mi sono stupito del fatto che lo chiamavo e non veniva. Sono andato a cercarlo subito e si è presentato un uomo che lo tratteneva per la giacca e lo accusava ingiustamente di essere un ladro. Francesco non è in grado di parlare ed era molto spaventato. Gli sono andato incontro ed ho detto all’uomo che lo tratteneva: “Mio figlio è disabile”, ma quest’uomo ha continuato a gridare. Gli ho detto “Lascialo fare: non sa quello che fa”, ma lui mi ha aggredito e mi ha tirato una testata. Ho reagito per fermarlo e ho gridato che avrei chiamato i carabinieri.
Le persone attorno non hanno fatto niente continuavano a guardare. L’uomo che ha aggredito mio figlio non mi ha creduto perché il razzismo nei confronti dei cinesi è così: non si crede a quello che dicono. È stato spaventoso per Francesco, orribile. Francesco è intelligente, si è reso conto della situazione ma non sa parlare. Quest’uomo ha continuato a sfidarmi con i pugni e nessuno ha fatto nulla.
Io vengo da una zona ricca della Cina avevo un buon lavoro ma c’era una società “oscura” e molta violenza della polizia. Ho deciso di crescere i miei bambini in Italia perché cercavo un paese meno violento. L’Italia è un paese bello ma con tanto razzismo.
Che lezioni puoi trarre da questa vicenda?
Ci vorrà molto per lottare contro il razzismo, ma da subito è importante dire: “Via le mani dai bambini e dagli invalidi . I bambini e le persone invalide sono la cosa più importante. Non è interessante la nazionalità, il colore della pelle, siamo tutte persone. Il razzismo i bambini e i ragazzi come Francesco non lo conoscono. Vanno trattati tutti con rispetto, indiani, afgani, africani cinesi… Finché ero solo, ho sopportato il razzismo, adesso con Francesco mi sento preoccupato e nervoso perché è indifeso e soffro per lui.