Il 26 marzo è stata una giornata di mobilitazione nazionale, organizzata da Priorità alla scuola, dai Cobas e dal Coordinamento nazionale dei precari, con iniziative in oltre settanta città.
Piazze, più o meno partecipate, schierate per la riapertura delle scuole, la richiesta di investimenti straordinari per assumere personale, ridurre il numero di alunni per classe, e ottenere spazi adeguati, a cui gli insegnanti de La Comune hanno partecipato rilanciando su una scuola tutta da inventare basata su una educazione suscitante, senza illusioni nella scuola di stato.
Una giornata che ha visto, uniti nella consapevolezza che “la DAD non è scuola”, soprattutto famiglie con bimbi, in alcuni casi anche giovani e purtroppo ancora troppo pochi insegnanti e personale della scuola.
Un fronte di soggetti variegato che vuole reagire contro gli attacchi governativi ma per costruire uno sciopero efficace e partecipato è necessario costruire un nuovo protagonismo e solidarietà tra chi nelle scuole vi lavora, per fronteggiare insieme stanchezza, sfiducia e paura purtroppo crescenti. Credo che i Cobas possano ingaggiarsi in questo intento rilanciando i propri tratti originari migliori, e avviando con determinazione finalmente un percorso unitario del sindacalismo di base di qualità. Piuttosto che cercare vane interlocuzioni politiche a cui, non casualmente, rispondono i partiti di destra i cui esponenti hanno avuto la faccia tosta di uscire dai Palazzi e interloquire con i manifestanti, come è successo a Roma, e contro cui La Comune si è espressa pubblicamente.