Digitale
Tutt’altro che immateriale

Un incendio ha colpito 3 dei 4 edifici di uno dei datacenter più grandi d’Europa, quello di proprietà dell’azienda francese Ovh, mandando in tilt centinaia di siti in giro per il mondo.

Una notizia come tante, sembrerebbe, ma che riporta l’attenzione su una questione troppo sottovalutata: la dimensione concreta, materiale, di Internet e dei suoi servizi. Il Cloud, i siti, i motori di ricerca, i servizi di posta elettronica, altro non sono che immense distese di server e chilometri di cavi che li collegano, refrigeratori mastodontici che li raffreddano e milioni di watt che li alimentano. Basti pensare che per inviare una mail con un allegato si consuma come per tenere accesa una lampadina per 24 ore e vedere sul cellulare 1 ora di video in streaming equivale ad un frigorifero acceso per un anno.

Ma non c’è solo il consumo energetico ad inquinare. Anche altre forme di danni per l’ambiente sono già frutti avvelenati della proliferazione di Internet, come ad esempio la posa sui fondali marini, con danni diretti e indiretti a quell’ecosistema, di migliaia di chilometri di cavi per il collegamento digitale fra i continenti. Web, è bene ricordarlo, significa ragnatela, come quella di cavi che sta catturando il pianeta e come quella digitale che imbriglia ogni giorno miliardi di persone. Una ragnatela pericolosa per l’umanità e per l’ambiente.