Sono occorsi 17 anni ma alla fine Davide ha umiliato Golia costringendolo a pagare almeno in parte per il danno commesso. Davide sono i quattro contadini del delta del Niger che hanno fatto causa alla Shell, il Golia di questa storia, società petrolifera olandese-britannica tra le maggiori al mondo. La Corte d’appello dell’Aja ha riconosciute le responsabilità di quest’ultima per gli sversamenti di greggio che hanno devastato le attività agricole della regione. È la prima volta che accade, può non essere l’ultima: sono settant’anni che la Shell sfrutta gli enormi giacimenti di petrolio con conseguenze umane e ambientali devastanti. Alcuni tra i querelanti oggi non ci sono più – la denuncia risale al 2008 – o sono anziani e malati e forse non vedranno neppure i soldi del risarcimento, ma altri ne seguiranno l’esempio.
Per quanto parziale e tardiva, la sentenza riguarda milioni di persone ed è una vittoria importante, frutto indiretto di una lunga storia di lotta, resistenza e dignità contro le multinazionali venute dall’Europa e contro i loro corrotti complici nel governo nigeriano. Il pensiero va al grande scrittore Ken Saro-Wiwa, condannato a morte e giustiziato nel 1995 insieme a otto suoi compagni del Movimento per la sopravvivenza del popolo Ogoni, protagonista della lotta contro la devastazione ambientale e lo sfruttamento delle popolazioni del Delta.
(Nello scandalo del petrolio nigeriano c’è anche un capitolo che parla italiano: l’attuale amministratore delegato dell’Eni ed il suo predecessore sono sotto processo, accusati di aver versato una tangente milionaria a uomini politici nigeriani per garantirsi la licenza petrolifera Opl 245).