“Ma che sarà? Che cosa ci offrirà quest’altra storia, quest’altra novità?”
Sembra scritta adesso questa canzone di Edoardo Bennato che ha invece ormai più di 40 anni. Sembra proprio fatta apposta per l’attuale situazione politica italiana, degna del più classico teatro dell’assurdo. Il presidente del consiglio incaricato, Mario Draghi, sta esaurendo il suo corposo giro di consultazioni ed incassa sostegni a ripetizione. Il centrosinistra – con qualche piccolo dubbio di LeU – e il centrodestra – con l’opposizione “patriottica” (?) dei Meloniani – convergono. Allo stesso modo esprimono convinti accordi confindustria e sindacati. E poi è tutto un florilegio di convergenze: inquinatori e ambientalisti, corruttori e manettari, pentastellati un po’ più di destra e pentastellati che credono ancora di essere stati di sinistra, democristiani doc e democristiani new, evasori e tassatori, banchieri e bancarottieri…
Tutti insieme, in nome di un governo che – se alla fine delle comiche web, Rousseau darà l’ok – si preannuncia prepotente, antipopolare e ferocemente affarista, espressione diretta di un padronato arrivista e arraffone e di una politica che non può celare la propria crisi irreversibile e cerca vie d’uscita nella nuova unità nazionale di Draghi.
Ma come direbbe ancora Bennato: “Visti dall’alto, i draghi del potere, ti accorgi che son draghi di cartone!”