È specialmente importante, in un momento dove la guerra travolge la vita di tante donne, uomini, bambine e bambini in Ucraina, ritornare su pagine della storia dove la guerra la si è fronteggiata in ragione della vivibilità e di una vita migliore. Come a Parigi, 151 anni fa, con la Comune di Parigi, a cui Lorenzo Gori ha dedicato una ricostruzione e reinterpretazione appassionanti in “Parigi 1871 – La speranza della Comune” edito da Prospettiva edizioni.
Quella che per molti è stata la prima rivoluzione sociale viene più profondamente riconsiderata alla luce delle coordinate di una visione umanista socialista. “Possiamo considerare la Comune davvero un crocevia della storia […] dove l’aspetto sociale non era l’unico presente e forse neanche quello prevalente. Se si pensa alla voglia di riconquistarsi la vita e il tentativo di vivere in maniera differente, al protagonismo delle donne e degli artisti, alla rinnovata passione per la cultura, per il dibattito, per la conoscenza, se pensiamo alla gigantesca spinta alla libertà capiamo che gli elementi fondamentali di questa rivoluzione andavano molto al di là dell’abolizione dei privilegi di classe e dell’autoemancipazione del lavoro, molto oltre una mera trasformazione dell’organizzazione sociale. Andavano al cuore di esigenze umane più profonde, anche se teorizzate e affrontate molto parzialmente e per molti versi empiricamente. Più adeguato mi sembra definire la Comune come un esperimento comunitario influenzato dalle idee del socialismo, un intento rivoluzionario libertario con tratti inizialmente socialisti […] una delle lezioni più importanti della Comune è di aver difeso la sperimentazione comunitaria.”