Cinque anni dopo il crollo del Ponte di Genova che costò la vita a 43 persone, la vicenda giudiziaria in corso compone un terribile mosaico: il crollo era prevedibile e la strage evitabile.
Il Comitato dei familiari delle vittime, una volta ancora in questo Paese, si sta battendo coraggiosamente, con grande dignità e con il sostegno solidale di altri comitati come quello di Viareggio, perché una verità che emerge anche per vie giudiziarie non rimanga carta straccia e i colpevoli paghino per le proprie responsabilità.
Ancora una volta gli interessi dei superprofitti e l’incedere frenetico e mastodontico del progresso comportano sacrifici umani, prevedono nella loro contabilità flussi di denaro inimmaginabili, e al contempo morte e distruzione, macchinazione e disumanizzazione. La loro voracità non ha fine e la politica è al loro totale servizio: mentre continuiamo a piangere le vittime di alluvioni e disastri “ambientali” a causa della cementificazione selvaggia, loro decretano l’edificabilità in aree pericolose; al posto di importanti e urgenti interventi di manutenzione a strade e infrastrutture in tutta la penisola investono milioni in “grandi” opere fino allo scellerato progetto del Ponte di Messina.
Perciò la presenza delle istituzioni e del ministro Salvini a questo anniversario sono un ennesimo schiaffo morale alle persone che hanno sofferto e a una città che continua a pagare un prezzo altissimo alla logica, purtroppo accettata anche da settori ampi della popolazione, dell’inarrestabile progresso in termini di distruzione ambientale e di sacrificabilità della vita umana.
Per contrastare tutto ciò è possibile affermare finalmente criteri di vivibilità, riconoscere in ciascuna e ciascuno di noi le risorse umane migliori e indirizzarle al meglio. Valori come la solidarietà e la cura reciproca, quanto possono essere utili per pensare ad una convivenza pacifica e accogliente in ambienti sani e sicuri per bimbe, bimbi e donne in primo luogo? Quartieri con aree verdi, aria fresca e pulita, possono essere pensate come urgenze umane a cui dedicarsi in prima persona e insieme senza nessuna delega e illusione in chi si alimenta di morte e distruzione? È tempo di scegliere.
È possibile riflettere e scambiarsi su questi temi nell’incontro della Lunga Estate a Vallombrosa nel Parco di Casa al Dono nel week end del 2/3 settembre dal titolo “Crescita e progresso non sono la stessa cosa”
La Comune – Genova
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